Il concetto di "assassini nati" (o born killers) è un argomento complesso e controverso, spesso affrontato nella criminologia, psicologia e sociologia. Si riferisce all'idea che alcune persone siano predisposte geneticamente o biologicamente a commettere atti di violenza, inclusi omicidi. Tuttavia, è cruciale sottolineare che la comunità scientifica non supporta pienamente l'esistenza di assassini "nati" nel senso deterministico. Piuttosto, la ricerca attuale si concentra sull'interazione tra fattori genetici, biologici, ambientali e sociali che possono aumentare il rischio di comportamenti violenti.
Genetica: Alcuni studi hanno esaminato il ruolo dei geni, come il gene MAOA (monoamino ossidasi A), nel comportamento aggressivo. Varianti di questo gene, soprannominate "gene del guerriero," sono state associate a un'aumentata aggressività in alcune popolazioni, specialmente in combinazione con esperienze traumatiche infantili. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che avere una variante specifica del gene MAOA non determina automaticamente che una persona diventerà un assassino.
Neurobiologia: Le disfunzioni cerebrali, specialmente nelle aree coinvolte nel controllo degli impulsi, nell'emozione e nel giudizio morale, come la corteccia prefrontale e l'amigdala, sono state correlate con un'aumentata propensione alla violenza. Lesioni o anomalie in queste aree possono influenzare la capacità di una persona di controllare i propri impulsi aggressivi.
Fattori Ambientali: Esperienze infantili avverse, come abusi fisici o emotivi, negligenza, esposizione alla violenza domestica e un attaccamento insicuro con i caregiver, aumentano significativamente il rischio di sviluppare comportamenti violenti in età adulta. Questi traumi possono alterare lo sviluppo del cervello e influenzare negativamente la regolazione emotiva. La teoria dell'apprendimento sociale sottolinea come l'osservazione e l'imitazione di comportamenti violenti, specialmente durante l'infanzia, contribuiscano all'apprendimento e all'internalizzazione di tali comportamenti.
Disturbi Mentali: Alcuni disturbi mentali, come il disturbo antisociale di personalità (DAP), la psicopatia e alcuni disturbi dello spettro autistico (in rari casi), possono essere associati a un aumentato rischio di comportamenti violenti. Tuttavia, è essenziale notare che la maggior parte delle persone con questi disturbi non commette atti di violenza e che la presenza di un disturbo mentale non è una condanna automatica a diventare un assassino.
In sintesi, l'idea di "assassini nati" è una semplificazione eccessiva di un fenomeno complesso. Mentre la genetica e la neurobiologia possono contribuire a una predisposizione al comportamento aggressivo, i fattori ambientali e sociali svolgono un ruolo cruciale nello sviluppo della violenza. La ricerca attuale si concentra sulla comprensione dell'interazione tra questi fattori per identificare e prevenire comportamenti violenti. È fondamentale evitare generalizzazioni e stigmatizzazioni basate su predisposizioni biologiche, concentrandosi invece su interventi precoci e strategie di prevenzione basate sull'evidenza.
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